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"Ciao Sonia,
ti scrivo perché qualche giorno fa abbiamo pubblicato un post di segnalazione per blog e siti che ci sembrano meritevoli e abbiamo incluso "Blog sul cane e i cuccioli..."
Giuseppe Pastore, redazione di Pet Magazine

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Chi sono i Molossi


Chi sono i Molossi
Nell'immaginario collettivo il molosso è un cane grande, grandissimo, predisposto alla guardia, alla caccia selvaggia, alla difesa della proprietà, insomma, cani grando grossi e... cattivi! Fortunatamente non è così e. infatti, anche i molossi sono cani con i quali la convivenza nelle nostre case e famiglie è ricca di simpatia, affezione, coccole e piacere reciproco di stare insieme, inteso nel senso più genuino del rapporto che può nascere fra uomo e cane. Certo la gestione di un molosso non è sempre facile, non bisogna sottovalure questi cani e la loro storia, ma anche fra i molossi ci sono molte differenze da sottolineare. Non si possono mettere sullo stesso piano, per esempio, un Bulldog Inglese o un Boxer con il Mastino Spagnolo o il Pastore del Caucaso, troppe sono le diversità specifiche.
Se si pensa a un molosso e a condividere la nostra vita, la nostra casa e i nostri affetti con loro bisogna essere obiettivi e considerare tutti i fattori: non basta lasciarsi affascinare dai teneri occhioni dei cucciolotti. Conoscere le razze, il carattere del cane e le sue esigenze quotidiane diventa quindi importante per fare la scelta giusta anche se... al cuor non si comanda e. spesso, la scelta di un compagno a quattro zampe è come un colpo di fulmine!

MOLOSSO PER DEFINIZIONE

Il termine molosso deriva dal nome di una popolazione dell'Epiro (regione a nord ovest della Grecia), i Molossi appunto, che ebbe il massimo sviluppo tra il V e il IV secolo a.C. Sconfìtti nel 167 a.C. dal console romano Paolo Emilio Lucio, detto il Macedone, vennero annessi alla Macedonia insieme alle altre popolazioni epirote. Il popolo dei Molossi allevava dei rinomatissimi cani da guerra e da
combattimento che. con il loro valore in battaglia, rallentarono e resero ardua l'occupazione romana. Quando Paolo Emilio portò questi cani poderosi a Roma, furono ribattezzati Molossi dell'Epiro.
Le origini: tra verità e leggenda
Dando per certa la tesi secondo cui tutti i cani discendono dal lupo. 14.000 anni fa e nel corso dei millenni, i nostri antenati si accorsero di poter selezionare determinate caratteristiche che rendevano quegli animali più adatti ai compiti loro richiesti. Nel 4.000 a.C. circa, in Mesopotamia (regione oggi all'interno dell'Iraq) i Sumeri iniziarono a selezionare cani molto grandi per cacciare le bestie feroci, specialmente i leoni, che causavano molti danni all'allevamento e spesso uccidevano anche gli uomini. Nello stesso periodo anche in Egitto si selezionavano cani grossi, con teste grandi e mascelle potenti da utilizzare per lo stesso scopo.

Nacquero cosi dei cani giganteschi, potenti, coraggiosissimi, capaci di affrontare e battere i leoni e gli altri predatori: erano gli antenati dei nostri moderni molossi. Di questi cani sono giunte a noi raffigurazioni e statuette risalenti a oltre 5.000 anni orsono e immagini di circa 3.500 anni fa in cui li si ritrae a volte anche accanto a uomini che. in rapporto a loro, paiono minuscoli. Dalla Mesopotamia i molossi si sono poi diffusi in tutto il mondo allora conosciuto, portati dagli eserciti che li impiegavano in battaglia e dai mercanti fenici che li usavano come pregiata merce di scambio con le popolazioni che contattavano. Per esempio, dopo il 167 a.C. il console Paolo Emilio tornò a Roma e portò al suo seguito ben 100 esemplari di quei cani dell'Epiro straordinariamente possenti. Nella capitale i Molossi dell'Epiro furono per lungo tempo considerati imbattibili lottatori, finché nel 55 a.C. Giulio Cesare occupò l'Inghilterra, dove
si imbattè nei molossi portati dai Celti e dai Fenici: i pugnaces britanniae. di gran lunga superiori ai Molossi dell'Epiro per ferocia e capacità di lottare. I molossi inoltre incrociandosi con cani locali, si adattarono cosi all'ambiente climatico e sociale nel quale erano stati introdotti e assunsero dimensioni, mantelli e forme a volte molto diverse tra loro. Esiste però un'altra teoria che fa risalire l'origine di questi cani dai leggendari mastini allevati dalle popolazioni che abitavano la regione del Tibet, impiegati nella custodia del bestiame e nella guardia ai villaggi: cani di imponenti dimensioni, forti e coraggiosi, tanto da affrontare senza esitazione anche predatori feroci e temibili, come il grosso Lupo del Tibet (dal quale alcuni pensano discendano) e perfino la tigre che viveva sulla catena dell'Himalaya. Di questi colossali molossi racconta Marco Polo nel suo Milione, dove li descrive alti come asini, con la voce potente come quella del leone e capaci di battersi con orsi e tigri. Secondo questa diffusissima teoria i mastini del Tibet sarebbero poi giunti fino in Mesopotamia al seguito delle migrazioni umane. nell'Asia Centrale, nella Russia Meridionale, in Grecia e. attraverso le regioni balcaniche, fino nel cuore d'Europa e sulle isole britanniche. Una storia avvincente e misteriosa, della quale fino a ora non esiste però alcuna conferma né alcun reperto archeologico in grado di darle fondamento storico.

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